Matisse Arabesque, Scuderie del Quirinale, Roma, 5 marzo-21 giugno 2015
La mostra di Henry Matisse, alle scuderie del Quirinale di Roma, aveva come tema le influenze orientali ed esotiche, contributo di innumerevoli viaggi e derivate dalla passione del pittore per le maschere africane, comune ad altri artisti coevi, come lo stesso Pablo Picasso. Le opere provenivano dai più prestigiosi musei americani ed europei, con un notevole contributo del museo Puskin di Mosca e dell’Ermitage di San Pietroburgo, che custodisce le più ricche e grandi collezioni matissiane.
L’esposizione evidenzia come il motivo decorativo coniugato sulle suggestioni orientaliste diventi per l’artista la ragione primaria di una nuova indagine sulla pittura. Dai moduli decorativi Matisse coglie i principi di rappresentazione di una nuova spazialità e di una pittura comunicativa e armonica. Nel percorso espositivo vi sono anche i costumi disegnati dall’artista per i Balletti Russi, in particolare il balletto “Le Chant du Rossignol” del 1920 con le coreografie di Leodin Massine, la compagnia di Sergej Diaghilev e musiche di Stravinsky. Queste collaborazione accentuano la fascinazione di Matisse per la decorazione tessile. Tra i dipinti più belli citiamo “Gigli, Iris e Mimose, 1913”, “Paravento moresco, 1921”, “I pesci rossi, 1911”, “Ritratto di Yvonne Landsberg, 1914”.
Per un approfondimento sull’artista si consiglia il libro “Henry Matisse. Una seconda vita” di Alastair Sooke, dedicato agli ultimi tredici anni di vita di Matisse, la sua seconda rinascita artistica in cui si dedicò ai papier decoupé (carta tinteggiata, ritagliata e incollata) e alla sua opera più grande, la Cattedrale del Rosario a Vence. Questa suo ultimo lavoro può essere considerato un opera d’arte totale poiché dedicò le sue attenzioni e forze ad ogni aspetto, dalla progettazione ai particolari del disegno delle vetrate (i cui progetti sono conservati nei Musei Vaticani), raggiungendo la sintesi delle arti.