Bill Viola. Rinascimento Elettronico - Palazzo Strozzi, Firenze, 10 marzo – 23 luglio 2017
A Palazzo Strozzi una personale dell’artista americano Bill Viola. La video-arte di Viola è ispirata ai grandi maestri del Rinascimento, scoperti durante la sua permanenza a Firenze negli anni settanta, anni in cui si avvicinò alla video-arte nella galleria ART/TAPES/22.
Bill Viola unisce le tecnologie moderne all’arte antica rinascimentale ma come sostiene Francesco Bonami, nel libro da noi spesso citato “Si Crede Picasso”, è sì un bravo artista ma non è un genio e soprattutto non ha fatto nulla di nuovo. Infatti i mezzi e le tecniche di rappresentazione le ha apprese dai grandi videoartisti Bruce Nauman e Vito Acconci e lo stile dai grandi del Rinascimento, Pontormo e Michelangelo. E’ sicuramente molto bravo a realizzare video, campo in cui è un mago, ma porta avanti poche idee, fondamentali per la creazione di un’opera d’arte. “E famoso ma non è grande” (p. 28 “Si crede Picasso”, F. Bonami). In mostra, al piano nobile, “Emergence” (2002), ispirato al “Cristo in Pietà” (1424) affrescato da Masolino da Panicale, il maestro di Masaccio, e “The Greeting” (esposto per la prima volta alla Biennale di Venezia del 1995) ispirato alla “Visitazione” di Pontormo (1528), prestati per l’occasione e in esposizione nella stesse sale. Così come nella stessa sala dell’opera “The Deluge” (2002) troviamo il “Diluvio” (1439-1440) di Paolo Uccello a cui Viola si è ispirato. Il confronto con le opera dei grandi maestri è sicuramente la parte più interessante della mostra, insieme all’analisi che l’artista fa dell’essere umano, della sua condizione, e del rapporto con gli eventi naturali e con il tempo che passa. Come nell'installazione video “Inverted Birth” (2014) in cui Viola rappresenta l'essenza della vita umana e il ciclo della vita dalla nascita alla morte invertito in una trasformazione dall'oscurità alla luce. Il tema del tempo che passa, inoltre, è evidente nell'installazione video “Man/Woman” (2013) in cui un uomo ed una donna anziani scrutano il loro corpo ormai decadente, in cerca di un immortalità inesistente ed impossibile. Anche quest'opera trae ispirazione dalle tavole provenienti dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze, prestate per l'occasione, “Adamo ed Eva” di Lukas Cranach del 1528, e alle tavole di Albrecht Durer del 1507 conservati al Museo Del Prado a Madrid. Al piano della Strozzina sono esposti i lavori che Viola ha realizzato negli anni '70, molti dei quali durante la sua permanenza a Firenze. Fanno eccezione l'installazione sonora “Presence” del 1995 (prestata proprio durante la Biennale di Venezia di quell'anno al padiglione statunitense) e i “Martyrs Series” del 2014. I quattro martiri, simbolo delle sofferenze della condizione umana con i quali si conclude la personale del maestro dei video.
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