Museo Salvador Dalì

A Barcellona vi è un museo dedicato interamente al grande artista surrealista Salvador Dalì. Il genio Dalì fu in realtà un artista già ben oltre il surrealismo e sarà anche il primo ad essere espulso dal movimento perché troppo esuberante, una prima donna, che andrà ad offuscare la figura dell’altrettanto eccentrico poeta André Breton, teorico e fondatore del movimento surrealista. Il primo “Manifesto del Surrealismo” sarà pubblicato nel 1924, alla base del movimento vi è la rappresentazione dell’inconscio. L’inconscio mette a nudo il processo intimo del proprio io lasciando che un’idea segua l’altra senza la consueta logica del ragionamento ma per mezzo dell’automatismo psichico, come accade nel sogno quando le immagini si susseguono senza un legame apparente.

Salvador Dalì ha una personalità istrionica, molto difficile da gestire ed è affetto da un narcisismo istrionico. Più che surrealista è un iperrealista, si serve di un linguaggio talmente reale da risultare surreale. Dalì è l’espressione della sua paranoia critica, uno stato di divagazione allucinatoria indotta per dar sfogo al suo narcisismo, perché sommerso dal suo inconscio. Nella sua pittura rappresenta ogni aspetto analizzando i particolari minuziosamente. Accostandosi a Magritte, non inventa forme nuove bensì compone immagini reali collocandole in posizioni irreali, spesso deformandole in maniera innaturale. E’ l’espressione della paranoia critica, della divagazione allucinatoria indotta ed dell’eccesso del proprio io. Nel museo sono esposte eccezionali opere dell’artista che rivelano la sua teatralità ed assoluta originalità. Oltre a dipinti e disegni, vi sono sculture, macchine d’arte davvero uniche nel loro genere. Bellissima la seduta dorata, ispirata al dipinto “Donna con testa di rose” del 1935, con i braccioli, lo schienale e i tre piedi che riproducono forme antropomorfe, riproposta quest’anno nel padiglione spagnolo ai Giardini della Biennale di Venezia durante la 56° Esposizione Internazionale di Arte.

Per avere un idea più chiara della genialità di un artista come Salvador Dalì, raccomandiamo la divertente lettura dei suoi aforismi e dei suoi pensieri raccolti nel libro “La droga sono Io”. Si consiglia anche la lettura del libro “Moda e Design” di Gabriella D’Amato, in particolare il capitolo dedicato agli anni ’30 in cui si analizza bene il periodo storico e l’influenza che il Movimento surrealista e i suoi membri ebbero nel campo del design e della moda. Per Elsa Schiaparelli collaborarono molti artisti, come già fecero gli artisti Déco con Paul Poiret. In particolare è importante il sodalizio tra la stilista e Dalì che disegna per lei molti accessori e dipinti su seta come per l’abito da sera Astice. Per converso le opere dell’artista saranno di ispirazione per i modelli della Schiaparelli, come il tailleur Scrivania che esibisce tasche ispirate alle opere “Venere a cassetti” (1936) e “Giraffa in Fiamme” (1935).

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