Complesso di Santa Maria Novella, Firenze

Il Complesso di Santa Maria Novella comprende la Basilica (situata nell’omonima piazza) alla quale si accede dalla splendida facciata incrostata di marmi bianchi e verdi, la cui sezione superiore fu completata nel 1470 su disegno di Leon Battista Alberti. L’interno, scandito da pilastri gotici, conserva capolavori unici. Primo fra questi, sospeso nella navata centrale, il Crocifisso dipinto da Giotto intorno al 1288-89, è una delle opere più antiche. Il Complesso comprende anche i primi due chiostri dell’antico convento, il Chiostro Verde e il Chiostro dei Morti, il Cappellone degli Spagnoli e infine il Refettorio.

Il Chiostro Verde, collegato alla Basilica per mezzo di una scalinata lungo la navata sinistra, deve il nome al colore predominante del ciclo pittorico con le Storie della Genesi, che decora tre dei quattro lati. Gli affreschi risalgono alla prima metà del ‘400 e comprendono le celebri scene del Peccato Originale e del Diluvio Universale ad opera di Paolo di Dono, detto Paolo Uccello, e della sua cerchia. Tali affreschi, recentemente oggetto di complicati restauri a causa del precario stato di conservazione in cui versavano, sono stati traslati negli ambienti del Refettorio, e in attesa di ritornare all’originale collocazione, sono visibili al pubblico. Un piccolo corridoio collega il Chiostro Verde con il Chiostro dei Morti, edificato tra il XIII e XIV secolo e così chiamato per la sua funzione cimiteriale, testimoniata dalla presenza di molte lastre tombali di varie epoche e di decorazioni ad affresco delle cappelle sepolcrali erette nel ‘300 da alcune nobili famiglie fiorentine. Sullo stesso lato del Chiostro Verde si affaccia la trecentesca aula capitolare del convento, chiamata Cappellone degli Spagnoli a partire dal 1566, quando fu ceduta alla comunità spagnola insediata al seguito di Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I dei Medici. L’ambiente è interamente decorato da un complesso ciclo di affreschi del pittore Andrea di Bonaiuto, realizzato tra il 1365 e il 1367, che celebra in chiave allegorica la Chiesa cattolica militante e trionfante contro l’eresia e la vita dell’ordine domenicano che era giunto a Firenze nel 1219 al seguito di Fr. Giovanni da Salerno e insediato nella chiesa di Santa Maria Novella nel 1221. Sempre dal Chiostro Verde si accede alla cappella della nobile famiglia degli Ubriachi e al contiguo ampio Refettorio conventuale. Qui troviamo una pittura murale e una grande tela l’Ultima Cena di Alessandro Allori, sovrapposti all’originaria decorazione trecentesca. Vi è un Polittico di Bernardo Daddi e un’ampia selezione di suppellettili e paramenti liturgici appartenenti all’antico Tesoro della Basilica. Tra i più belli il Paliotto in seta del 1466, con ricami istoriati su disegno di Paolo Schiavo e un altro meraviglio Paliotto di Giovanna Garzoni del XVII secolo, in taffetà di seta dipinto e applicazioni in seta incarata e dipinta. Troviamo, inoltre, il Reliquario del Titolo della Croce di manifattura veneziana e, come già detto, sono esposti i capolavori restaurati di Paolo Uccello.

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