Bambola antica di Gebruder Kuhnlenz
La nostra bambola antica con testa di biscuit e corpo in composizione è stata prodotta dal marchio tedesco Gebruder Kuhnlenz, e presenta sul retro della testa in numero 165. La fabbrica “Gebruder Kuhnlenz, A.G.” fu fondata a Kronach , in Baviera (Germania) nel 1884 dai fratelli, Julius, Cuno e Bruno Kuhnlenz. La ditta dava lavoro a circa 100 operai. Già da quell’anno c’erano in produzione almeno 6 modelli di teste di bambola; questi modelli, come il numero 72 o il numero 77, ereano presumibilmente prodotte per il mercato francese.
Erano bambole con occhi di vetro fissi e bocca aperta. Ma gli stessi modelli potevano benissimo avere bocca chiusa. Non è raro trovare queste teste con corpi francesi. Seguirono altri modelli sempre con le stesse caratteristiche. Le teste potevano avere spalle in biscuit, occhi fissi o mobili, bocca aperta o chiusa. Le teste potevano essere di prima o seconda qualità, in effetti alcune avevano un biscuit abbastanza ruvido. Molto prodotte furono le mignonnette. Nel 1895 nascono dei modelli molto caratterizzati; i numeri 54, 56 sono antecedenti al movimento dei “Character” nato ben 15 anni dopo. Sempre nello stesso anno nasce il modello piu usato della Gebruder Kuhnlenz, il numero 44. La testa viene prodotta in 16 taglie dal numero 44-20 al numero 44-35. Anche questa testa la si può trovare su corpi francesi e il numero 44 viene accompagnato dalla parola DEP, che non vuol dire Deposé ma “Deponiert”, cioè “modello depositato” in lingua tedesca. Nasce il simbolo del “sole” con dentro le iniziali della GbrK. Vedono la luce altri modelli come la 133 e la 165, tipiche “dolly face”. nel 1901 Cuno Kuhnlenz resta l’unico proprietario della ditta. La produzione di teste continua ininterrotta sino al 1935. Da quel momento le teste vengono prodotte a Eisfeld,Turingia (Germania) da Gebruder Krauss. La qualità delle bambole Kuhnlenz è molto alta; si possono trovare pubblicizzate sia in Francia che oltre oceano e montate su corpi francesi o tedeschi. Ad oggi si conoscono circa 60 modelli differenti (in alcuni casi lo stesso modello poteva avere la bocca aperta o chiusa). Non è difficile trovare mignonnette con occhi dipinti.
Sulle bambole antiche esiste una ricca bibliografia di riferimento, libri purtroppo difficili da rintracciare perché molto spesso fuori catalogo, in quanto le pubblicazioni più autorevoli risalgono agli anni ’70 e ‘80, come “The Doll” di Carl Fox del 1973. Intorno agli anni ’90 troviamo i testi accuratissimi di Marco Tosa, tra questi “Bambole” per le Collezioni Bompiani, dove la storia della bambola parte dalle origini di questo meraviglioso simulacro, per arrivare al boom delle bambole in biscuit tra ‘800 e ‘900. Dello stesso autore esiste una versione più economica e pratica da consultare della Fabbri editori “I nuovi quaderni dell’antiquariato”.