Museo Salvatore Ferragamo
Il museo, inaugurato nel 1995 per volontà di Wanda Ferragamo e dei suoi figli, è ospitato nella sede storica dell’azienda a piazza Santa Trinità di Firenze, il medievale palazzo Spini-Feroni. L’obiettivo del museo è valorizzare e rendere nota la storia del fondatore della casa di moda e delle sue calzature, vere e proprie opere d’arte ormai riconosciute come uno status symbol ed entrate di diritto nell’immaginario collettivo. Nel museo sono conservate più di 14.000 calzature, insieme a disegni, fotografie, brevetti e forme che riscostruiscono la storia e il percorso creativo di Salvatore Ferragamo da 1927 fino al 1960, anno della sua morte.
Nato a Bonito, un piccolo paese vicino Napoli, nel 1898, il giovane Ferragamo emigra nel 1914 negli Stati Uniti, “la nazione dell’industrializzazione realizzata” che era avanti anche nel campo calzaturiero, vi erano infatti state inventate le fondamentali macchine per la cucitura della suola alla tomaia, realizzati studi sulla misurazione del piede e sulla numerazione seriale di esso. E’ proprio a Hollywood che Ferragamo raggiunge il successo grazie alle sue scarpe indossate nei principali film dell’epoca. Le grandi dive come Marlene Dietrich, Greta Garbo, Gloria Swanson e tante altre erano le sue clienti fisse nella boutique hollywoodiana. Nonostante le calzature fossero uniche e belle nel loro genere risultavano però molto scomode al piede delle facoltose attrici. Per risolvere tale problema il calzolaio delle star decise di studiare alla University of South California un supporto d’acciaio che ben calibrato e inserito nella soletta distribuiva il peso del corpo gravante sul plantare, rendendo così finalmente le scarpe anche comode. Nel 1927 Ferragamo ritorna in Italia stabilendosi a Firenze, per la fama della città nella tradizionale lavorazione conciaria, trovando qui abili maestranze. Nella storica dimora-museo sono esposte le scarpe diventate icone per essere state indossate dalle più famose attrici. Tra questi celebri modelli vi è il sandalo con zeppa creato per Judy Garland nel 1937 e indossato anche da Carmen Miranda famosa proprio per la sua predilezione verso le scarpe con la zeppa. Il plateau del celebre sandalo era realizzata in sughero sardo, pressato, bombato e incollato. Altro celebre modello è il sandalo Invisible del 1947, ispirato alle lenze dei pescatori in riva all’Arno. Costituito da una tomaia trasparente realizzata in fili di nylon, dava l’impressione di una scarpa invisibile e il tacco convesso in legno, sagomato come l’ala di un insetto, accentuava ancora di più questa caratteristica. Ancora splendido il decolleté con stiletto realizzato in coccodrillo marrone e creato nel 1958 per la grande diva Marilyn Monroe. I modelli di Ferragamo rivelano il rapporto con l’arte del suo tempo ed è infatti presente nel museo una collezione permanente di opere d’arte appartenenti al grande “Calzolaio dei Sogni”, molte delle quali conservate nell’archivio storico Tra le tante opere esposte vi sono dipinti di Antonio Canova, bassorilievi di arte greca, sculture di Auguste Rodin e di Antoine Boudelle, litografie originali di Fernand Léger e Georges Rouland, “L’équilibriste” di Gino Severini del 1928, sculture e disegni di Edgar Degas ispirati alla danzatrice statunitense, precorritrice della “danza moderna”, Isadora Ducan, bronzetti di arte etrusca e romana, uno splendido tappeto di Joan Mirò e infine il brevetto di scarpa realizzato da Salvatore Ferragamo per il figlio Ferruccio. Ampliato nel 2006 per avere più spazio espositivo, oggi il museo è collocato nella parte basamentale del Palazzo, mentre al piano del livello stradale vi è la boutique della casa di moda. Un esempio di coesione tra moda, arte e design, segno di forte modernità, contraria ad ogni avversa e antica visione di netta separazione tra le discipline ormai da decenni superata. Il museo ospita anche esposizioni temporanee e la mostra EQUILIBRIUM (19 giugno 2014-12 aprile 2015) si basava su un confronto tra opere d’arte diverse ed eccezionali, dalla pittura alla scultura, dal video alla fotografia, arricchite da documenti e testimonianze storiche, immagini di archivio e interviste a personaggi celebri nella nostra epoca.
Si consiglia la lettura del libro “Moda e Design” della professoressa Gabriella D’Amato, in particolare la sezione degli accessori nel capitolo dedicato agli anni ’30 in cui si analizza bene il periodo storico dell’autarchia e come Salvatore Ferragamo abbia saputo usare i pochi e poveri materiali (canapa, paglia, carta intrecciata, ecc.) di cui si disponeva in Italia e a Firenze riuscendo a creare calzature uniche nel loro genere e amate nel mondo. “Ferragamo scriverà una delle pagine più belle dell’arte calzaturiera”.